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Attività Editoriale >>> Donne protagonista del miglioramento genetico vegetale

 

Donne protagoniste del miglioramento genetico vegetale: Carlotta Parisani Strampelli

Atti del Convegno di Studi - Università degli Studi di Macerata - 21 novembre 2014

Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche n. 223

Centro Stampa Digitale del Consiglio Regionale delle Marche, 2017

86 p.; ill. ; 24 cm

Molti sono i motivi che hanno indotto l’Accademia Georgica di Treia a promuovere un convegno di studio sulla figura di Carlotta Parisani Strampelli. Che si tratti di motivi validi lo dimostrano le adesioni ricevute e per le quali l’Accademia è grata.
Il convegno si è svolto nella mattinata di venerdì 21 novembre 2014 presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Macerata – organizzato da questa Accademia con il patrocinio della stessa Università, dei Comitati per le Pari Opportunità della Regione Marche e della Provincia di Macerata, dei Comuni di Castelraimondo e Treia, dell’Accademia Agraria di Pesaro, e in stretta collaborazione con la Commissione Tecnico-Operativa "Nazareno Strampelli 2016" con l’obiettivo di celebrare la figura del grande agronomo e genetista maceratese Nazareno Strampelli  – l’Accademia Georgica ha inteso significare l’evento con la realizzazione di una pubblicazione che raccoglie i vari interventi e che possa costituire un significativo contributo volto alla valorizzazione dell’illustre scienziato maceratese e della sua consorte Carlotta in un momento organizzato nell’ambito della serie di eventi volti a celebrare la figura del grande agronomo e genetista maceratese Nazareno Strampelli nel 150° anniversario della nascita avvenuto nell’anno 2016.
In data 1° marzo 2016 il Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e presieduto dal sen. Franco Marini ha comunicato che nella seduta del 12 febbraio 2016 ha attribuito alla commemorazione del 150° anniversario della nascita di Nazareno Strampelli il riconoscimento onorifico di evento di interesse nazionale, fornendone altresì il logo ufficiale delle celebrazioni.
Un particolare ringraziamento va alla Presidenza dell’Assemblea Legislativa delle Marche grazie a cui è stato possibile pubblicare gli atti del convegno “Donne protagoniste del miglioramento genetico vegetale” quale Quaderno del Consiglio Regionale delle Marche.


Argomentazioni profonde hanno ispirato e animato l’incontro scientifico. I migliori studi dedicati ai caratteri dell’agricoltura tra fine Otto e metà Novecento concordemente mettono in luce il ruolo svolto dalle donne. Un ruolo cardine, espresso con un lavoro costante e sommesso, resosi particolarmente evidente nei periodi di assenza della componente maschile, come durante i conflitti mondiali o nei periodi di emigrazione temporanea. Ancor più vale per le Marche e le aree mezzadrili in genere, dove quel ruolo non si è indebolito nei decenni di abbandono dell’occupazione in agricoltura a vantaggio del sistema industriale diffuso, quando ha fatto il suo esordio una figura nuova, quella del metalmezzadro. Proprio questa figura ibrida, associata allo sfasamento tra esodo agricolo ed esodo rurale, messa in relazione con una tenuta territoriale che non ha conosciuto marcate fratture, ha contribuito a velare e svelare una situazione poco visibile anche attraverso le rilevazioni ISTAT, ossia la larga partecipazione della manodopera femminile all’agricoltura degli anni Sessanta-Settanta che i criteri di rilevamento censuari, per il loro specifico di allora, hanno in gran parte ricondotto alla categoria “inattiva” delle casalinghe.
Si aggiunga che la transizione tra Otto e Novecento è stata particolarmente ostica anche verso le donne interessate allo studio e alla ricerca. L’inizio del XX secolo enumera meno di una decina di donne incardinate nelle Università italiane; il numero sale a 45 alla vigilia della Grande Guerra ma occorre sottolineare che la funzione preponderante attribuita alle donne fu quella di assistente, mentre scarsi risultano gli incarichi di docenza.
La figura di Carlotta Parisani è dunque espressiva di un coagulo di istanze, per essersi dedicata all’agricoltura e all’applicazione della ricerca scientifica contemporaneamente, al lavoro manuale embricato alla conoscenza intellettuale, e di averlo fatto, pur in posizione defilata, uscendo dal chiuso dell’abitazione e andando oltre la dimensione del privato. Se infatti privato è il rapporto con Nazareno Strampelli, suo marito, ampiamente riconosciuto è il ruolo che Ella ebbe nel sostenerlo al momento del difficile avvio, a Rieti, di una benché embrionale struttura laboratoriale pubblica, come pure nell’attività svolta nei campi sperimentali ottenuti da Nazareno a Setteponti, rimanendo per ore curva sotto il sole per praticare l’ibridazione. Con consapevolezza e sapiente tecnica Carlotta condusse l’impollinazione artificiale dei grani che il coniuge andava selezionando. Il noto genetista volle tributarle il giusto merito dedicandole alcune delle specie ibridate che gli procurarono i più alti riconoscimenti.
All’Accademia Georgica – che si è spesa e ha visto con soddisfazione l’insediamento (avvenuto a Castelraimondo il 28 giugno 2014) della Commissione Tecnico-Operativa "Nazareno Strampelli 2016", con l’obiettivo di celebrare la figura del grande agronomo e genetista maceratese nel 150 anniversario della nascita – è sembrato che le onoranze a Nazareno Strampelli non potessero che avere abbrivio dalle premesse e dunque dalla collaboratrice più generosa e sicura, Carlotta Parisani, su cui il genetista poté sempre fare affidamento.
Il convegno, introdotto dal rettore dell’Università di Macerata Luigi Lacchè e moderato dal Presidente dell’Accademia Georgica Carlo Pongetti, ha visto la partecipazione di Paola Giorgi, Assessore alle Pari Opportunità della Regione Marche, di Adriana Celestini, Presidente della Commissione per le P.O. tra uomo e donna della Regione Marche, di Paola Mariani, Assessore alle P.O. della Provincia di Macerata e Franca Gambini, Presidente dell’Accademia Agraria di Pesaro, che hanno portato il loro saluto con particolari interventi densi di contenuti.
Nel vivo dei lavori, Sergio Salvi – ricercatore e studioso di Nazareno Strampelli – ha effettuato un approfondimento sulla figura di Carlotta Strampelli. Testimonianze sulla condizione della donna oggi, tra lavoro scientifico e la famiglia, sono inoltre state portate da Oriana Porfiri – agronoma e libero professionista – e Cinzia Cecchini – biologa ricercatrice presso l'Università di Camerino. A seguire, Stefania Cinzia Maroni – Presidente del Comitato per le Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Macerata – ha effettuato una trattazione sul lungo cammino che porta della parità tra uomo e donna. A conclusione dei lavori un animato dibattito ha coinvolto gli intervenuti.
 
Carlotta Parisani: il personaggio
Carlotta Parisani (1868-1926), figlia del conte Giuseppe Parisani e della principessa Emilia Gabrielli, discendente di Luciano Bonaparte (fratello del più celebre Napoleone), sposa Nazareno Strampelli il 28 Aprile 1900 nella chiesa di S. Bernardo a Roma.
Nel 1903, insieme al marito, si trasferisce da Camerino a Rieti con una bambina di 2 anni e mezzo ed in attesa del secondo figlio, accettando un destino che, per una nobildonna, poteva essere definito umiliante.
Per i coniugi Strampelli i primi anni a Rieti furono molto difficili, e per aiutare e sostenere il marito nel suo lavoro scientifico Carlotta si adoperò nello svolgimento delle operazioni d’ibridazione, acquisendo, secondo quanti la conobbero e ne scrissero, una manualità perfetta nell’esecuzione dell’impollinazione artificiale del grano.
“Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna”, recita un famoso adagio. Carlotta Strampelli, oltre che moglie e madre, fu anche la collaboratrice più preziosa ed assidua di Nazareno, il quale le dedicò alcune delle varietà di frumento tra le molte da essi costituite: il famoso “Carlotta Strampelli”, per il quale nel 1918 Nazareno Strampelli ottenne il “Premio Santoro” dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ed i meno diffusi “Carlottina bianca” e “Carlottina rossa”.
Morì nel 1926 a causa di una polmonite contratta nell’accudire, di notte e all’aperto, una cagnetta e i suoi cuccioli in un inverno molto freddo.
Sicuramente la figura di Carlotta Strampelli è stata messa in ombra perché l’attenzione è stata sempre rivolta al marito. Ora, però, è arrivato il momento di restituirle quel valore e quella dignità che merita.
A posteriori possiamo dire che Carlotta Strampelli ha fatto da “apripista” per tutte le donne che, prima come semplici assistenti tecniche dei miglioratori genetici e poi anche come ricercatrici esse stesse, hanno dato e continuano a dare un contributo notevole alla genetica e al breeding dei cereali.

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