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Eventi >>> 2010
Lo sguardo sulle donne: dai Macchiaioli a Modigliani
- immagini femminili nell'arte dall'Unità d'Italia
al primo conflitto mondiale
L'Accademia ha aderito
alla mostra conferendo le opere di Giacomo Balla
dalla stessa custodite
Civitanova Marche (MC),
dal 18 luglio al 17 ottobre 2010
Domenica 18 luglio è stata
inaugurata a Civitanova Alta la mostra “Uno sguardo
sulle donne – Dai Macchiaioli a Modigliani”, un'
esposizione dedicata ai ritratti femminili
realizzati a cavallo fra Otto e Novecento. Il
progetto culturale prevede anche una rassegna di
operetta italiana, concerti di musica classica, film
dedicati al mondo femminile e quattro incontri con
giornalisti, studiosi e scrittori.
Dopo le ultime rassegne d’arte
“Andy Warhol. Un mito americano”, “Salvador Dalì e i
Surrealisti”, "Omaggio a Picasso", "Chagall Mirò.
Magia, grafia, colore" e la mostra dedicata a
Giorgio De Chirico, la Città di Civitanova Marche
torna a riflettere sulla pittura italiana degli anni
a cavallo fra Otto e Novecento con una seducente
esposizione dedicata esclusivamente ai ritratti
femminili realizzati in quei decenni, riprendendo
così il filo del discorso avviato dieci anni orsono
con le esposizioni centrate sulle figure degli
artisti marchigiani che hanno operato nello stesso
periodo, in cui la tradizione e la modernità si sono
violentemente scontrate.
La presenza a Civitanova Marche,
nei primi anni del XX secolo, della giovane Sibilla
Aleramo che ha ambientato proprio nel piccolo centro
marchigiano il suo romanzo d’esordio, “Una donna”,
ha rappresentato lo spunto culturale dal quale
prendere le mosse per analizzare come la figura
femminile sia stata rappresentata nel mondo delle
arti in un periodo in cui le donne cominciavano a
manifestare una forte insofferenza verso la loro
condizione di subordinazione rispetto agli uomini.
Attraverso cinquanta dipinti e
sculture, la mostra “Uno sguardo sulle donne: dai
Macchiaioli a Modigliani”, curata da Stefano
Papetti, presenta i vari ruoli che le donne
ricoprivano nella società del tempo, in un percorso
articolato in sei ambiti nei quali vengono proposte
immagini che le rappresentano nella loro veste di
madri, di lavoratrici, di artiste, di seducenti
conquistatrici, di recluse nei conventi per scelte
spesso imposte dalla famiglia o di muse ispiratrici
dell’opera dei loro compagni artisti.
La mostra, realizzata grazie ad
una attenta selezione delle opere che si conservano
nelle collezioni pubbliche e private della Regione
Marche, consente di conoscere alcuni importanti
dipinti inediti, come il toccante ritratto
della signora Simboli eseguito nel 1928 da Giacomo
Balla, di proprietà della Accademia Georgica di
Treia, il ritratto della moglie Nanny
Hellstrom dipinto da Osvaldo Licini negli anni
venti, quando l’artista marchigiano si trovava a
Parigi dove, poco prima della scomparsa del pittore
livornese, aveva incontrato Modigliani presente in
mostra con un ritratto femminile di grande
suggestione.
Nel primo decennio del Novecento
la stampa scandalistica riservava ampio spazio alle
vicende della contessa russa Maria Tarnowska, della
principessa siciliana Giulia Trigona di Sant’Elia,
dama di corte della regina Elena, uccisa in un
alberghetto romano durante un incontro clandestino
con il suo amante, o di uno dei figli dell’illustre
clinico Augusto Murri, finito in carcere accusato
dell’assassinio del conte Bommartini: si accreditava
così l’ immagine delle femme fatale destinata a
lasciare un segno profondo in quanti la amavano,
divulgata anche nella letteratura di quegli anni. La
mostra di Civitanova dedica un ampio spazio a questo
prototipo femminile, presentando una serie di
ritratti di seducenti ragazze rappresentate nel buio
delle loro alcove, come nella tela di Giovanni
Battista Crema, o mentre si abbandonano a sogni
amorosi dopo la lettura di un libro di poesie,
come nell’opera di Napoleone Grady o nella scultura
di Giuseppe Renda che colpì un consumato viveur come
il granduca Wladimiro di Russia. Ma nel contempo
vengono illustrati anche altri stili di vita, come
quello segnato dalla fatica della vita nei campi,
descritta nelle tele di Nazzareno Orlandi, il
pittore ascolano che tanto successo riscosse in
Argentina, o la rinuncia alla libertà imposta nei
conventi, dove talvolta le giovani venivano recluse
per scelta dei genitori piuttosto che per vocazione,
situazione che emerge nella tela di Domenico Morelli
che ritrae una sprovveduta novizia dall’aspetto
fragile.
Anche il mondo della pittura,
considerato per molto tempo luogo riservato agli
uomini, nei primi anni del Novecento conta alcune
rappresentanti femminili che, incuranti dei giudizi
dei benpensanti, si dedicano all’attività artistica
con successo, come mostrano le tele di Giulia
Panichi, allieva del maestro romano Cesare Mariani,
e della giovane patriota Giulia Centurelli. Numerose
sono state anche le ragazze che, frequentando come
modelle gli studi dei pittori, hanno finito per
stabilire con loro un rapporto esclusivo che le ha
innalzate al rango di muse ispiratrici dell’arte dei
loro compagni di vita: Lina Ciucci, la moglie
dell’eclettico pittore Adolfo de Carolis, molto
stimato anche da D’Annunzio, ha rappresentato il
prototipo di bellezza femminile più volte sfruttato
dall’artista per le sue composizioni di maggior
successo, come dimostra l’inedito ritratto che
compare nel manifesto della mostra, recentemente
acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di
Fermo.
Il catalogo, come la mostra a
cura di Stefano Papetti, edito dal Comune di
Civitanova Marche contiene saggi che illustrano in
una visione pluridisciplinare il tema della mostra:
Stefano Papetti ci offre un campionario femminile
che trova precisi riscontri nella produzione
letteraria, ma soprattutto nella pittura e nella
scultura degli anni a cavallo tra Ottocento e
Novecento, quando anche gli artisti sembravano
dedicare maggiore attenzione all’universo femminile,
Marcello Verdenelli esamina le figure femminili
presenti nella letteratura del primo Novecento,
Marisa Vescovo analizza gli sviluppi del ruolo
svolto dalle donne nell’ambito dell’arte del XX
secolo. Le schede biografiche sono state curate da
Enrica Bruni Stronati e Andrea Viozzi.
Galleria fotografica
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