Eventi >>> 2013
Convegno "La grande tela del 1673 di Agostino
Bonisoli nella Pinacoteca Comunale di Treia"
Studio sugli
aspetti storici, iconografici e oplologici
Treia, Sala Consiliare,
sabato 16 novembre 2013
La grande tela del 1673 di
Agostino Bonisoli è un tesoro per Treia! La sensazionale comunicazione è
stata data ufficialmente nel corso del convegno «La
grande tela del 1673 di Agostino Bonisoli - Studio
sugli aspetti storici, iconografici e oplologici»,
tenutosi il 16 novembre nella Sala Consiliare del
Comune di Treia.
L’importante evento culturale è
stato organizzato dall'Accademia Georgica
con la collaborazione di un partner di prestigio, la
Delegazione di Macerata del FAI, la Fondazione
nazionale onlus che dal 1975 opera per la
salvaguardia, il restauro e la fruizione da parte
del pubblico di importanti testimonianze del
patrimonio artistico e naturalistico italiano. Il
Comune e il Convento del Ss. Crocifisso di Treia
hanno assicurato il loro patrocinio a sostegno
dell’iniziativa.
Il convegno ha richiesto una lunga
e laboriosa preparazione, ma il risultato finale
appaga appieno gli organizzatori. Per dare
all’evento il giusto risalto sul piano culturale,
sono stati invitati studiosi di vaglia che hanno
portato, con le loro specifiche competenze, un
prezioso contributo per una migliore conoscenza del
quadro del pittore cremonese Agostino Bonisoli
(1633-1700).
Il grande dipinto, delle ragguardevoli
dimensioni di m 5,88 x 4,15 fa bella mostra di sé
nella Sala principale della Pinacoteca, nel Palazzo
Comunale, dove occupa un’intera parete. L’opera,
realizzata nel 1673 per decorare la controfacciata
della chiesa di Sant’Antonio a Cremona, nel 1793 fu
trasportata non senza difficoltà a Treia da padre
Cipollari e sistemata nel suddetto Convento del Ss.
Crocifisso.
Le condizioni di notevole degrado della
tela richiesero un massiccio intervento
restaurativo, effettuato a cura della competente
Soprintendenza regionale, grazie al quale è tornato
all’originario splendore.
Dopo i saluti di rito
della dr. Tiziana Tombesi, Commissario Prefettizio
presso il Comune di Treia, del prof. Carlo Pongetti,
Presidente dell’Accademia e della prof. Maria Paola
Scialdone, Capo Delegazione FAI di Macerata, il
Soprintendente prof. Gabriele Barucca ha aperto i
lavori del convegno introducendo la figura di
Agostino Bonisoli.
Esponente del realismo lombardo,
lavorò prevalentemente nella sua regione realizzando
opere di carattere sacro e profano, andate in gran
parte distrutte o finite in collezioni private e
delle quali si sono comunque perdute le tracce. La
sua «cifra» pittorica risente delle suggestioni di
Paolo Veronese e del nostro conterraneo, il
cameranese Carlo Maratta, figura centrale della
pittura romana ed italiana della seconda metà del
’600.
Per il momento si conoscono solo otto quadri
realizzati dal pittore cremonese e quello di Treia è
il più prestigioso e, con i suoi 25 metri quadrati
di superficie, sicuramente il più grande. Fu
realizzato per tramandare un evento storicamente
accertato, avvenuto nel 1219 in Marocco e che vide
protagonisti, loro malgrado, cinque fraticelli
francescani, tutti provenienti dall’Umbria,
processati e fatti giustiziare da Miramolino,
potente califfo di Siviglia, con l’accusa di aver
predicato il Verbo divino e di aver professato la
propria fede nel mondo musulmano. Il loro sacrificio
li elevò al rango di protomartiri francescani. Le
reliquie dei loro corpi furono pietosamente raccolte
e trasportate in due casse d’argento nella chiesa di
Santa Croce di Coimbra, in Portogallo, dove sono
ancora oggi venerate. I cinque protomartiri, per la
storia Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto,
vennero canonizzati nel 1481 da papa Sisto IV, al
secolo Francesco della Rovere (1414-84).
Quindi ha
preso la parola padre Pietro Messa, della Pontificia
Università Antonianum di Roma. Profondo conoscitore
del mondo francescano, ha accennato alle linee guida
della strategia evangelizzatrice dettate dal Santo
di Assisi ai confratelli inviati a portare il Verbo
e la testimonianza cristiana tra le popolazioni
musulmane: abbandono dell’ars predicandi a favore
dell’ars concionandi, più immediata ed efficace, che
evitando le dispute dottrinali annunciava la parola
di Dio e indicava il battesimo come unica via di
salvezza per l’uomo. Malgrado ciò, la predicazione
francescana in Marocco fu un fallimento. I
fraticelli, saldi nella fede e fermi nel loro
proponimento, trasgredirono il divieto del califfo.
Continuarono la loro opera di evangelizzazione e per
questo furono processati e giustiziati.
Nel
successivo intervento, il dr. Giuseppe Cassio,
Conservatore dei Beni Culturali di Terni, ha
condotto una approfondita analisi iconografica sul
dipinto del Bonisoli, grazie alla quale i numerosi
presenti hanno potuto apprezzarne appieno la fastosa
teatralità, propria dell’età barocca. Ricorrendo
alla tecnica del «dipinto nel dipinto», l’autore
veste i panni del regista di un grande spettacolo e
ci propone, su piani pittorici diversi, i tre
momenti salienti della vicenda. In primo piano,
l’imponente scena del processo ai cinque imputati
celebrato a Siviglia, al cospetto del feroce califfo
Miramolino, assiso in trono. Intorno ai fraticelli
si notano l’Infante del Portogallo, capo della
delegazione cristiana e loro garante, alcuni
dignitari musulmani e vari personaggi di contorno,
oltre ad armigeri cristiani muniti di falcioni in
asta e saraceni armati di scimitarre. Tutte le
figure umane hanno dimensioni quasi reali, il che
conferisce maestosità al complesso pittorico e dà
all’osservatore la sensazione di essere parte
integrante della scena. In secondo piano, sono
raffigurati due episodi cronologicamente precedenti.
A sinistra, si vedono i frati rinchiusi nella torre
di Siviglia, subito dopo l’arresto. Attraverso le
inferriate continuano ostinatamente a predicare, pur
consapevoli del destino che incombe su di loro. A
destra, la loro esecuzione per le vie di Marrakesh.
Tre rappresentazioni in una per compendiare tutta la
loro storia terrena.
A conclusione del Convegno c’è
stato l’intervento dell’avv. Paolo Pinti, noto
penalista maceratese e grande esperto di oplologia.
Da anni si interessa di pittura, con particolare
riguardo alle armi raffigurate nei quadri. Grazie
alla sua profonda conoscenza della materia, in più
di una occasione è riuscito a «datare» un dipinto
confermando o meno la possibilità di attribuirlo ad
un certo pittore. Ma è riuscito anche nel processo
inverso: dalla datazione certa e conclamata di un
dipinto, ha potuto identificare e classificare
l’arma in esso raffigurata.
La sua attenzione,
quindi, si è soffermata, e non poteva essere
diversamente, sulle armi dipinte dal Bonisoli.
Ebbene, le conclusioni sono di grande interesse.
Intanto le armi impugnate dai saraceni non sono
scimitarre, come finora denominate, ma «storte» di
indiscussa matrice europea. Ma il vero scoop
riguarda i falcioni. Dall’alto della sua esperienza,
ha potuto classificarli senza dubbio come «falcioni
de casada», ovvero «da trabante» o «da comparsa»,
cioè non più armi da combattimento bensì armi di
rappresentanza. Il che concorda appieno con il ruolo
meramente rappresentativo degli armigeri cristiani
durante il processo ai frati francescani. Molti sono
i riscontri pittorici nei quali si può notare la
presenza di falcioni da combattimento, mentre al
contrario il grande quadro del Bonisoli sembra
essere, almeno per il momento, l’unico esemplare al
mondo che documenti i falcioni da rappresentanza.
La
comunicazione dell’avv. Pinti è di fondamentale
importanza per Treia: non è cosa da poco custodire
nella propria Pinacoteca Comunale un dipinto
«unicum», un tesoro che arricchisce il già cospicuo
patrimonio artistico e culturale del piccolo centro
del maceratese.
Al termine della lunga ma
interessante «giornata di studio», il prof. Barucca
ha tratto le sue conclusioni ed ha bonariamente
invitato i critici ad essere benevoli nei confronti
di quei pittori che si prendono qualche «licenza
pittorica» nel raffigurare nelle loro opere armi,
architetture, abbigliamenti e altri particolari non
sempre in perfetta sintonia cronologica con il tema
trattato.
Dopo alcuni interventi da parte del
pubblico, numerosi presenti hanno potuto ammirare da
vicino l’opera del Bonisoli e gli altri interessanti
quadri della Pinacoteca.
Il programma
dell'evento
ore 16.00 - saluto delle autorità
dott.ssa Tiziana Tombesi,
Commissario Straordinario del Comune di Treia
prof. Carlo Pongetti, Presidente
dell'Accademia Georgica di Treia
prof.ssa Maria Paola Scialdone,
Capo Delegazione FAI di Macerata
ore 16.15 - presentazione del Convegno
prof. Gabriele Barucca,
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici delle Marche
ore 16.30 -
interventi
padre Pietro Messa o.f.m.,
Pontificia Università Antonianum Roma
Il contesto del martirio dei primi frati Minori
uccisi in Marocco
dott. Giuseppe Cassio, Conservatore
dei Beni Culturali
Il dipinto dei Protomartiri francescani a Treia.
Analisi iconografica e ipotesi interpretative
avv. Paolo Pinti, Esperto di armi
antiche
Classificazione delle armi presenti nel quadro e
considerazioni sulla loro importanza per la corretta
lettura dell’opera
ore 18.00 - discussione
ore 18.30 -
conclusione - visita guidata alla
Pinacoteca
ore 19.30 - aperitivo
Cartella Stampa
Il video
dell'evento
Galleria fotografica
|