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Eventi >>> 2016
Valutazione del rischio di estinzione dei prodotti
agroalimentari tradizionali delle Marche
Presentazione
dei risultati del Progetto di Ricerca sul rischio di
estinzione dei PAT delle Marche
Macerata, Istituto
Agrario "Giuseppe Garibaldi", venerdì 2 dicembre 2016,
ore 9:30
L’economia agricola italiana sul
finire del XIX secolo si presentava come un sistema
costellato di realtà economiche, sociali e
produttive. Le tecniche e le produzioni differivano
decisamente sia per le varie condizioni ambientali
che sociologiche legate in particolare alla storia,
alla tradizione a rapporti economico e sociale: un
mondo agricolo rappresentato da una miriade di
prodotti diversi. Anche per l’Accademia
Georgica di Treia questo secolo è stato tra
i periodi più fecondi, difatti la scia della
corrente di pensiero illuminista, che generò lo
scardinamento delle secolari gerarchie nella sfera
politica, sociale, economica e scientifica, indusse
la preesistente istituzione letteraria treiese a
mutare il suo impegno verso il campo scientifico
dell’agricoltura.
Oggi che l’economia agricola è inserita in un mondo
industrializzato dove il confronto non è più il
mercato locale o nazionale ma europeo e mondiale, il
prodotto tipico, frutto di particolari tradizioni,
legato a luoghi di produzione con caratteristiche
del tutto peculiari a maggior ragione deve
sopravvivere.
E’ nata così l’esigenza di varare un progetto di
ricerca orientato alla valutazione del
rischio di estinzione dei Prodotti Agroalimentari
Tradizionali delle Marche: promosso
dall’Accademia Georgica, con il
sostegno della Camera di Commercio di
Macerata, lo studio è stato affidato al
dott. Sergio Salvi – biologo,
ricercatore e cultore di storia dell'agroalimentare
– al fine di tutelare quel patrimonio tradizionale
locale che questo particolare momento di
globalizzazione alimentare mina anche nelle
conoscenze delle giovani generazioni.
Secondo la XV revisione (anno 2015) dell’elenco
nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali,
redatto ed aggiornato periodicamente dal Ministero
delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali,
nelle Marche risultano censiti 151 prodotti
agroalimentari tradizionali (non-DOP, non-IGP) che
includono varietà vegetali, razze animali e prodotti
trasformati.
Si tratta di prodotti sui quali regna
complessivamente un alone d’incertezza riguardo il
loro stato di “salute esistenziale”, che non può
essere dedotto in automatico dal semplice
aggiornamento periodico di un elenco nominativo. In
altre parole, è necessario che accanto
all’aggiornamento dell’elenco debbano essere
periodicamente monitorate anche le condizioni
agrobiologiche, produttive, economiche e culturali
in cui versano i prodotti in questione, al fine di
porre in evidenza eventuali criticità che possano
compromettere la sopravvivenza, soprattutto nel
breve termine, dei singoli prodotti nei rispettivi
territori di appartenenza e diffusione.
Lo spunto per la realizzazione di questo studio trae
origine da alcune considerazioni espresse
nell’ambito di una precedente ricerca del Dott.
Sergio Salvi sulle origini storico-geografiche e
genetiche della varietà tradizionale di frumento
“Rieti”, ricerca che ha inaspettatamente consentito
di fare alcune interessanti considerazioni
relativamente alla nascita del moderno concetto di
prodotto tipico databile alla metà del Settecento.
L’attuale concetto di prodotto tipico verte
principalmente sulla soddisfazione di tre requisiti
o fattori che un prodotto agroalimentare deve
possedere per essere considerato tale: il fattore
“genetico-biologico” (che include le peculiarità
fisiologiche e nutrizionali del prodotto), il
fattore “fisico-ambientale” (che tiene conto delle
caratteristiche del territorio di origine) e il
fattore “antropico-tradizionale” (inerente le
conoscenze legate alla produzione e l’annessa
cultura sensu lato).
In aggiunta a questi tre fattori, le considerazioni
sviluppate sulle origini del frumento tradizionale
“Rieti” hanno permesso di proporre un quarto
fattore, definito “economico-commerciale”, che il
prodotto tipico dovrebbe soddisfare soprattutto per
poter continuare ad essere sé stesso. In altre
parole, un prodotto tipico persiste e conserva la
sua identità se ha anche un’affermazione
commerciale.
Generalizzando queste considerazioni ed estendendole
a tutti i prodotti agroalimentari tradizionali –
quindi non solo alle varietà vegetali e alle razze
animali, ma anche ai prodotti trasformati – è nata
l’idea di effettuare una valutazione del
rischio di estinzione nella categoria dei PAT
(Prodotti Agroalimentari Tradizionali) riferibili
alla Regione Marche.
La valutazione della stabilità esistenziale dei
prodotti agroalimentari tradizionali effettuata
nello studio può essere riassunta mediante
l’assegnazione di un punteggio per ciascun prodotto
dipendente dal grado di soddisfazione del
requisito-base di tipicità. L’assegnazione dei
punteggi permette, quindi, di elaborare una sorta di
“graduatoria” della stabilità esistenziale dei
prodotti esaminati, con ai primi posti i prodotti
più stabili in termini di possesso dei requisiti di
tipicità e di affermazione commerciale e, agli
ultimi posti, i prodotti meno stabili e, di
conseguenza, a maggiore rischio di estinzione.
Tale classificazione dovrebbe permettere di
approfondire aspetti quali la perdita di
biodiversità e l’impoverimento economico e culturale
del territorio di appartenenza per i prodotti che si
rivelino a rischio di estinzione: l’elaborazione e
l’attuazione di progetti di recupero e
valorizzazione dei prodotti che risultano
maggiormente esposti a rischio di estinzione
costituisce l’obiettivo a medio/lungo termine che lo
studio intende perseguire.
A conclusione del progetto di ricerca l’Accademia ha
edito un volume con i risultati dello studio che
sarà distribuito gratuitamente, grazie anche al
contributo di aziende e operatori vicini al settore
quali la Banca di Filottrano, la
CNA – Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa
– di Macerata, la Copagri – Confederazione
Produttori Agricoli – delle Marche e l’Azienda
Agricola Si.Gi. di Macerata.
I risultati saranno ufficialmente presentati nella
mattinata di venerdì 2 dicembre in un evento
realizzato presso e in collaborazione dell’Istituto
di Istruzione Superiore “Giuseppe Garibaldi”
di Macerata con il patrocinio della
Coldiretti di Macerata, della Città
di Treia e della Regione Marche.
Nell’Aula Magna dell’Istituto Agrario, a partire
dalle ore 9:30, porteranno i saluti i rappresentanti
degli enti promotori dell’iniziativa e si entrerà
nel vivo dei lavori con gli interventi scientifici
dell’autore Sergio Salvi, del prof.
Giuseppe Potentini, docente
dell’Istituto Agrario, con un intervento sulla
caratterizzazione sensoriale dei prodotti
tradizionali e di Ferruccio Luciani,
responsabile della P.O. Qualità, Certificazione e
Sicurezza degli Alimenti della Regione Marche, che
tratterà degli Strumenti per la valorizzazione e
la tutela dei prodotti agroalimentari tradizionali.
Il legame tra
l’Accademia Georgica e l’Istituto Agrario di
Macerata – culminato lo scorso mese di
maggio con l’evento
“Buon Compleanno Nazareno Strampelli!” per
le celebrazioni del 150° anniversario della nascita
dell’illustre genetista maceratese – ha radici
profonde e risalgono all’800. La Città di Treia, sin
dalla trasformazione nel 1778 della quattrocentesca
Accademia lettereria dei Sollevati in Georgica, ebbe
un illustre passato nel campo delle discipline
agronomiche, risultando allora l’unica istituzione
nello Stato pontificio.
L'importanza dell'istituzione che introdusse
notevoli miglioramenti nell'agricoltura pratica e le
difficoltà dovute alla decentrata sede treiese ne
favorirono il trasferimento in Macerata dove già si
stampava il giornale agrario della Società. Qui nel
1843 fu inaugurata la Società d'Agricoltura e
d'Industria che dopo l'unità divenne Comizio Agrario
di Macerata con annessa una colonia modello dove si
insegnava agli alunni convittori l'arte agricola.
Tra gli allievi più affezionati ricordiamo
Luigi Spadolini – nonno del senatore a vita
Giovanni Spadolini, già Presidente del Consiglio dei
Ministri, Ministro in diversi Governi e Presidente
del Senato – che nacque a Treia nel 1861. Tra le
mura dell'edificio del Comizio Agrario Spadolini si
formò e volle imprimere il ricordo di questa sua
parte di giovinezza nel soffitto della sala
principale della casa di famiglia a Firenze.
Infatti, insieme alle 5 vedute di Treia, l’apparato
iconografico maceratese è rappresentato proprio
dall’edificio del Comizio Agrario che completa la
serie di 10 medaglioni affrescati riproducenti i
luoghi più cari a Luigi e alla consorte Enrichetta
Galli (presenti anche il castello di Barbialla, San
Miniato e Firenze).
L'invito all'evento
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